Gli incubi peggiori sono quelli in cui sogno di dover lasciare Roma
Pier Paolo Pasolini – Storie della città di Dio
Il francese Alain Bergala e il catalano Jordi Ballò hanno coinvolto Gianni Borgna (scomparso solo due mesi prima dell’inaugurazione romana) nel progetto Pasolini Roma. Paradossalmente l’interesse per il poeta friulano nasce al di fuori della sua terra e al di fuori della sua città tanto amata, Roma. Il suo essere poliglotta lo porta ad essere amato anche e soprattutto ben oltre il suo ambiente, che il più delle volte lo condanna vilmente per le sue troppe verità celandosi dietro la colpa dei suoi piaceri sessuali. Dopo Parigi e Barcellona, la mostra arriva a Roma. È ideata sotto forma di romanzo e più che avere un carattere descrittivo ha come scopo quello di trasmettere a chi la legge il pensiero profondo e le emozioni di Pasolini.
Ci troviamo di fronte anche a materiale inedito quale può essere fotografie, appunti di viaggio, schizzi,disegni, ritagli di giornale, musiche e immagini. È divisa in sezioni che seguono un ordine cronologico, a partire dal 1950, quando il poeta lascia Casarsa per arrivare a Roma con la madre Susanna e per terminare nel 1975 con la sua morte all’idroscalo di Ostia. Venticinque anni di vita nella città amata e odiata in modo viscerale, dove Pasolini conoscerà la povertà e la miseria e il successo e la ricchezza. Farà proprio il romanesco che gli farà da trampolino di lancio nei suoi primi due romanzi.
Roma lo accoglie nelle strade del centro tra i suoi amori liberi e nella sua cerchia intellettuale, lo abbandona attraverso i tanti processi che dovrà subire riconducibili sempre alla polemica sulla nostra società.
Pasolini prima si immerge nelle periferie della città da cui nascono i primi film e il suo grande amore, Ninetto, Poi fugge in altri angoli dell’Italia e del mondo per altri progetti e altre scoperte, dalla povertà del terzo mondo fino all’ambiente intellettuale francese.
Roma col passare degli anni cambia, progredisce, si sporca e il disamore di Pasolini aumenta. “Ecco nel calore incantato della notte che piena quaggiù tra le curve del fiume e le sopite visioni della città sparsa di luci, scheggia ancora di mille vite, disamore, mistero, e miseria dei sensi, mi rendono nemiche le forme del mondo, che fino a ieri erano la mia ragione d’esistere”. Quelli che poi saranno i suoi ultimi lavori sono i più forti, i più significativi, i più accusatori e che alla fine causeranno la sua morte. Questo e altro al Palazzo delle Esposizioni fino al 20 luglio a Roma. Tappa successiva Berlino.
Marianna Zito
da Mozzafiato https://www.mozzafiato.info/2014/05/roma-maledetta-roma/ del 22 maggio 2014