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BERSAGLIO SU MOLLY BLOOM al Teatro Vascello di Roma fino a domenica 19 marzo

16.03.2017 15:25

In un mix perfetto di suoni, parole ed immagini, Molly Bloom, ultimo capitolo dell’Ulisse di James Joyce, prende vita al Teatro Vascello, fino al 19 marzo, con lo spettacolo “Bersaglio su Molly Bloom”.

Dopo quattordici anni dal suo debutto (2002), la compagnia Marcido Marcidorjs, con la produzione di Famosa Mimosa, ritorna sul palco per una messinscena spettacolare in ogni suo elemento caratterizzante.

Le parole dello scrittore dublinese vengono trasformate dal regista Marco Isidori, che funge anche da direttore d’orchestra, in una partitura verbale per un coro di otto voci, le cui fila vengono mosse da Maria Luisa Abate, in concerto con: Paolo Oricco, Stefano Re, Valentina Battistone, Virginia Mossi, Daniele Nevoso, Francesca Rossi, Margaux Cerutti.

Parodia di Penelope dell’Odissea, Molly è una moglie sola e tradita che, distesa sul letto vuoto in cui aspetta suo marito, Leopold Bloom, si abbandona al flusso dei suoi pensieri in un monologo inarrestabile senza punteggiatura, nel testo originale, e senza sosta musicale, nella perfomance teatrale.

Ricordi, desideri ed emozioni della protagonista si diffondo sulle voci e nei volti degli otto attori così da creare un prismatico gioco di specchi e di rimandi che amplificano il dolore della protagonista. Immersa nel suo percorso interiore, Molly è una donna che ricerca continue avventure, che tradisce per desiderio e per rancore perché non si sente amata da alcuno.

Secondo una riscrittura drammaturgica fortemente trascinante, lo spettatore viene proiettato nella mente stessa di questa debole ma vitale creatura di cui scopre, mano a mano, una profonda passionalità e malinconia. Lei, in quanto persona irriducibilmente insoddisfatta della vita, è il Bersaglio dello spettacolo, come  emerge dalla scenografia stessa.

L’installazione, ideata da Daniela Dal Cin, vincitrice del Premio Ubu 2003, ha la forma di una grande conchiglia composta di archi di luci intersecantesi che inglobano gli attori stessi, costretti a recitare bloccati ciascuno nella propria nicchia.

A metà tra dei santi in una teca votiva e dei bersagli dello sguardo dello spettatore, la bravura degli attori e del regista riesce ad esprimere, anche grazie alla sbalorditiva architettura in scena, un complesso e vorticoso turbinio di emozioni.

Eleonora De Caroli