Questa opera incompiuta di Pirandello pubblicata nel 1931 su "la nuova antologia", è sostanzialmente il primo atto dei Giganti della montagna. Nel testo racconta la storia della villa della Scalogna e dei suoi abitatori, Cotrone e gli Scalognati, persone che si sono rifugiate in questa villa per buttarsi alle spalle la vita vissuta tra le brutture della quotidianità. Gli Scalognati ricevono la visita di una compagnia girovaga di attori laceri, affamati, randagi; la vicenda si conclude così. Il regista Nanni Garella ha immaginato che l'incontro degli Scalognati con la compagnia di attori producesse una serie di racconti e favole tra le quali anche lo stesso incontro degli attori che arrivano alla villa della Scalogna che forse andranno sulla montagna e, forse, troveranno i Giganti. Dunque il regista ha assunto il testo come materiale in sviluppo e ha lavorato, per la messa in scena, con gli attori di Arte e Salute, laboratorio di drammaturgia dove è avvenuta la costruzione dei personaggi, lo sviluppo del testo, l'apprendimento delle parole e dei gesti. Il progetto è condotto in collaborazione con "Teatro e salute mentale" della regione Emilia-Romagna.
Gli attori di Arte e Salute sono i protagonisti dello spettacolo, gli Scalognati, che sembrano dispersi in un paesaggio deserto, surreale, popolato di presenze, racconti, fatti immaginati o recitati. Sul palco vediamo schierati come in un duello corale, gli Scalognati e la compagnia di attori girovaghi capeggiati dalla Contessa (Pamela Ginnasi). Gli attori rimangono sul palco coperto di teli color avorio e una luce soffusa che contribuiscono a creare un ambiente surreale, non ci sono cambi di scena, i dialoghi dischiudono interessanti colpi di scena grazie a un rapporto intercambiabile tra fatti reali e vicende narrate.
Durante la rappresentazione teatrale scaturisce il dramma psicologico individuale, i fantasmi interiori della persona si moltiplicano e si concretizzano al punto da confondersi con la realtà; la persona non diventa il personaggio ma i personaggi, in linea con il tema della scissione dell'io pirandelliano del novecento. Con l'opera Fantasmi capiamo quanto attuale possa essere Pirandello in relazione al dramma dell'uomo-persona-personaggio nella società attuale e, in particolar modo, nei pazienti psichiatrici. Nello spettacolo di Garella l'allucinazione, il fantasma interiore, diventa immaginazione palpabile per una drammaturgia unica e irripetibile.
Marianna Tota
Foto di Luca Del Pio