Il rifiuto religioso e l'anticonformismo che caratterizzano il teatro di Molière vengono portati in scena - non senza la giusta forma di ironia - dalla regia di Alessandro Preziosi - in coproduzione con Khora Teatro - al Teatro Quirino Vittorio Gassman di Roma fino al 14 febbraio. Sul palcoscenico, con splendidi costumi d'epoca che incorniciano un trucco e una espressività molto forti, troviamo Preziosi nei panni dello sciupafemmine moleriano - datato ma sempre attuale - che diverte il pubblico e, allo stesso tempo, lo mette di fronte alla nudità delle proprie debolezze. Un personaggio costruito di leggerezza, capace di ipnotizzare, sedurre e illudere le personalità più deboli e ingenue con il semplice potere delle parole, con la sola personalità e senza grandi espedienti. Un politico ateo insomma, affiancato da un incisivo e indispensabile Nando Paone nei panni del servitore Sganarello, il personaggio che lo stesso Molière amava interpretare.
Un corteggiatore rapito dalla bellezza, un adulatore per il quale "la fedeltà è una virtù per poveri pagliacci". Un personaggio che è semplicemente il riassunto della finta società contemporanea, caratterizzata da quel "vizio alla moda" che è l'ipocrisia utilizzata per raggiungere la felicità tipica delle famiglie medio borghesi. L'ipocrisia è tagliente. L'ipocrisia è il monologo - ora più duro e crudele di quelli degli spettacoli precedenti - di un assassino e un bugiardo che rifiuta Dio e paga la sua colpa senza possibilità di salvezza, destinato automaticamente all'inferno: una punizione estrema per le disobbedienze alle leggi umane e divine.
L'adattamento teatrale di Preziosi - tradotto da Tommasi Mattei - scorre, diverte e ammalia. La scenografia, all'inizio totalmente vuota, è composta da proiezioni multimediali che scivolano lentamente su un pannello di fondo e che ricordano lo stile dei dipinti impressionisti chiamati a riproporre l'ambiente in cui si sviluppa l'opera. La prosa mantiene lo stampo originale ed è arricchita da elementi narrativi che permettono al pubblico di inserirsi con più facilità nella vicenda, come la scena del duello iniziale - non presente nel testo originale - che ci accompagnerà fino alla fine della storia. Personaggi frivoli e superficiali che si scambiano battute armoniose a divertire e alleggerire il pubblico con un testo non poco impegnativo della cultura seicentesca.
Marianna Zito
Don Giovanni di Molière
Traduzione e adattamento Tommaso Mattei
Scene Fabien Iliou
Costumi Marta Crisolini Malatesta
Luci Valerio Tiberi
Musiche Andrea Farri
Supervisione artistica Alessandro Maggi
Regia Alessandro Preziosi
con Alessandro Preziosi, Nando Paone e con Lucrezia Guidone, Barbara Giordano, Roberto Manzi, Daniele Paoloni, Daniela Vitale, Matteo Guma