E t’amo, t’amo, ed è continuo schianto! …
Sono tornato ai colli, ai pini amati
E del ritmo dell’aria il patrio accento
Che non riudrò con te,
Mi spezza ad ogni soffio …
- Giuseppe Ungaretti -
La fiorata scena di Morena Nastasi e le musiche dal vivo di Marco Russo creano un’atmosfera piacevole nella Sala Orfeo del Teatro dell’Orologio, trasmettendo subito un senso di gradevole accoglienza.
Giordana Morandini e Stefano Patti sono lì e - su di un’altalena - raccontano, con dialoghi forse troppo lunghi e a volte musicalmente sovrapposti - la loro storia di amore, i loro sogni di infanzia, le paure passate, presenti e future e la catastrofe. La catastrofe è quella cosa che ci capita un po’ a tutti e in tanti modi diversi che comprende sogni di pesci rossi, delusioni adolescenziali, perdita delle persone care e…esplosioni.
I due ragazzi, tra aneddoti divertenti ed episodi tristi, tragici e nostalgici - tenendosi per mano - attuano un percorso introspettivo che porta a galla tutte le domande e le ingiustizie che angosciano e logorano: perché da qualche parte una soluzione ci sarà se a tutto questo si riesce - in qualche modo - a resistere, nonostante tutto il resto.
E tra canzoni piacevolmente rivisitate - tra cui Paolo Conte e De Andrè - cerchiamo anche noi di riflettere se saremo mai in grado di capire quale è il momento preciso in cui forse abbiamo una minima possibilità per evitarlo questo schianto, questa maledetta catastrofe!
T’amo ed è continuo schianto di Rosalinda Conti e con la regia di Matteo Ziglio sarà in scena al Teatro dell’Orologio di Roma fino a domenica 22 maggio.
Marianna Zito