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L'inquietudine della bestia di Ilaria Drago

28.04.2015 17:11

"quando fra le mie cosce

danzerai con la tua bocca di melo

mi siederò accanto alla tua anima

berrò il pianto sanguigno dei tuoi occhi"

 

C’è un palcoscenico vuoto, con grandi dipinti – volti di donna – a occupare l’intero campo visivo dello spettatore che – al buio – attende. Attende la poesia mutarsi in parola. Le luci illuminano man mano tre punti, tre donne. La voce, il corpo, la musica. L’atmosfera crea tumulti interiori forti, crudi e spiazzanti.

Ilaria Drago ci sbatte l’amore e la verità in faccia senza mezzi termini, ci compenetra dando vita a un folle dramma interiore, facendoci danzare e sanguinare. Un lamento di dolore a sottolineare mancanza e presenza, presenza e assenza attraverso i moti rabbiosi della sessualità femminile, che vengono urlati, quasi a voler espellere il mostro che si nutre di questa essenza, dell’essere donna. Mentre si compie questo laceramento, Alessandra Cristiani si esibisce, nuda, in una danza straziante e Danila Massimi ci attraversa con le sue percussioni e il suo canto. Una bestia che latra, si dispera, a tratti ride e si diverte, piange e canta. Tutto questo per tornare alla luce.

L’ultimo di tre giorni dedicati a Ilaria Drago che, oltre all’Inquietudine della bestia, ha portato in scena, alla Casa delle Culture di Roma, un concerto poetico dedicato al pensiero di Simone Weil e il canto d’amore struggente di MaddalenaMaria che il 7 maggio continuerà il suo incanto al Teatro comunale Diana di Nocera Inferiore (SA).

Marianna Zito