È in corso - e durerà fino a stasera 20 marzo - il Festival Nuvola Creativa Grammelot al MACRO il Museo di Arte Contemporanea di Roma in Testaccio allo Spazio Factory La Pelanda, a cura di Antonietta Campilongo.
Il nome della manifestazione prende spunto dal linguaggio teatrale usato nel teatro di Dario Fo - il GRAMMELOT, appunto - che utilizza nella recitazione i suoni onomatopeici dando maggiore espressione e musicalità alla storia narrata e facendo proprie parole inventate, suoni idiomatici, segni e gestualità. È una tradizione teatrale presente già nella Commedia dell’Arte e che già allora rendeva gli spettatori partecipi della rappresentazione.
Nonni e bambini - Dario Fo
Come nel teatro, anche l’arte visiva – dall’Arte d’avanguardia alla Pop Art - ha creato una tipologia di grammelot iconico, rendendo i segni un vero e proprio linguaggio di comunicazione da una parte all'altra del mondo, pensiamo ad esempio ai graffiti.
NOSTRA SIGNORA DEI NAUFRAGHI - Antonio Conte -
I destinatari di questi nuovi segni sono i migranti, i figli di immigrati che sono nati e vivono in paesi nuovi. L’IMMIGRAZIONE è una emergenza che tutti devono considerare e concretizzare e viene qui donata al pubblico attraverso le più svariate forme artistiche.Sono questi dei cambiamenti che portano la presenza di un Nuovo che va quasi a contaminare il Vecchio esistente. L’arte riproduce quindi il declino del mondo e le sue trasformazioni sia economiche sia simboliche soffermandosi sulla sofferenza delle masse, sulle fragilità umane, sulle difficoltà e sul desiderio di vivere, e soprattutto sulla bellezza.
Marianna Zito