È in scena fino a domani 12 giugno il Bologninicosta Showcase al Teatro Testaccio di Roma.
Dopo il sold out romano dello scorso gennaio e i premi macedoni di Migliore Regia e Migliore Performance all’International Theatre Festival "Faces Without Masks" di Skopje, ROMEOeGIULIO di Sofia Bolognini, ritorna affiancato da La Cattività, scritto e interpretato da Alessandra Cimino con Giorgia Narcisi, le musiche di Dario Costa e la regia di Sofia Bolognini.
La sala è buia e piccola, illuminata solo da due fari. Ci sentiamo quasi all’interno di un ingranaggio robotico o di un esperimento. Il pavimento è cosparso di tubi a rappresentare il cordone ombelicale, ovvero l’unione di due vite, di due donne: figlia e madre. I movimenti a scatti, il respiro affannoso e le urla delineano la fragilità, l’inquietudine e gli ostacoli di questo rapporto così profondo e radicato ma allo stesso tempo così conflittuale e corrosivo. Una ricerca interiore, un continuo ritrovarsi per poi riperdersi nuovamente: due corpi quasi spogli che in un piccolo spazio si toccano, si sovrappongono quasi a diventare uno per poi allontanarsi violentemente mettendo a nudo una frustrazione continua, fino alla fine. Alle loro spalle un uomo - Dario Costa - a manovrare con delle macchine questo esperimento di resurrezione e di ricerca della bellezza nella catastrofe totale.
Un testo poetico e dall’interpretazione faticosa che cerca di sviscerare e denudare un dolore attraverso il movimento e la voce e che analizza la vita e la morte focalizzandosi sul rapporto puro e innato - interiore ed esteriore, di perdita e rinascita - che esiste tra l'essere figlia e l'essere madre.
A seguire ROMEOeGIULIO - regia della Bolognini, musiche e direzione del coro di Dario Costa - con attori bravi e a pennello nei loro ruoli impegnativi - notevole Gianluca Paolisso nei panni di Madonna Montecchi - per uno spettacolo sempre in evoluzione e in continua crescita. La più famosa tragedia Shakespeariana ispira un testo che si scontra con la tanto discussa tematica omosessuale dei nostri giorni in questo Paese oramai “violato e distrutto”. I movimenti dei personaggi sono veloci e decisi, compulsivi e ossessivi, e in perfetta armonia con le musiche, le parole e i suoni onomatopeici. Un testo che lega una tragedia classica a crude realtà attuali elegate ad episodi significativi sociali e politici.
I ragazzi di questa giovane compagnia sono coraggiosi e le loro parole sono un grido di libertà e di amore ma ancora di più uno schiaffo alla rassegnazione e alla vigliaccheria che caratterizza il perbenismo e “la buona coscienza" della nostra nazione.
Marianna Zito