della vita, dell'amore, dell'arte e altro ancora

modulazioni temporali



modulazionitemporali@gmail.com

Tutti i padri vogliono far morire i loro figli

19.03.2015 16:50

I padri vogliono far morire i loro figli (perciò li mandano alla guerra)

Pier Paolo Pasolini – Affabulazione -1966

 

Affabulazione è una delle opere drammatiche in versi, ispirata al teatro greco di Pier Paolo Pasolini. E’ un percorso interiore “mostruoso e folle” che rappresenta la crisi esistenziale e l’invidia del padre mentre osserva figlio, in età adolescenziale, quasi a volersi incarnare in lui con le pulsazioni, le emozioni e i sentimenti tipici di quell’età. Dall’altra parte il figlio è disinteressato a queste dinamiche psicologiche di sesso e potere e si ribella al padre fino a esserne ucciso: si crea un’inversione dei ruoli, prima di confronto e poi di scontro.

Ci troviamo nella situazione in cui i figli sono predestinati in qualche modo ad essere puniti per le colpe dei loro padri. Da quest’opera di Pasolini è liberamente tratto lo spettacolo in chiave moderna Tutti i padri vogliono far morire i loro figli di Fabio Morgan e Leonardo Ferrari Carissimi portato in scena dalla compagnia CK Teatro al Teatro dell'Orologio di Roma fino al 3 aprile.

Siamo in una casa con giardino nell’epoca dell’assenza dei padri, reduci dal ’68 “l’anno in cui tutto era possibile”. Le tematiche di questo periodo sono, appunto, il filo conduttore dello spettacolo che comincia con il sogno di un padre, Carlo –distruggere…consumare…esaurire – un sogno ricorrente che non riesce mai a ricordare. Un padre che si finge malato e che ritorna a casa dopo 20 anni ritrovandosi di fronte una moglie tradita e un figlio pressoché sconosciuto che lo vede come un genitore incapace, “un povero stronzo irresponsabile e patetico”, delle cui azioni passate egli paga solo le conseguenze.

Attraverso scene pietose di urla,sesso,masturbazione e morte si sviluppa la tragedia di essere figlio/orfano e la non rassegnazione del padre al trascorrere del tempo. I nostri padri ci hanno catapultato in un mondo che loro stessi hanno consumato, senza pensare al nostro futuro e condannandoci all’infelicità.

                                                                                                  Marianna Zito