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PRIMA DI ANDAR VIA di Filippo Gili chiude la Trilogia di Mezzanotte al Teatro dell’Orologio

29.02.2016 12:01

Ognuno di noi “prima di andar via dovrebbe salutare le persone che ama. Soprattutto se la scelta è quella di non tornare più. È ovvio che chi abbiamo di fronte, chi ci ama appunto, difficilmente sarà in grado di accettare serenamente questa consapevolezza.“Come si reagisce alla decisione di un uomo di mettere fine alla propria vita?”. È più importante rispettare chi abbiamo vicino o agire egoisticamente di impulso? Le risposte non esistono, se non una magra spiegazione di voler evitare dolori sbagliati. Ma esistono dolori giusti e dolori sbagliati? Si narra, qui, una morte cara alla letteratura e ai miti: la morte per acqua - l’acqua che è al contempo principio, divenire e fine - che lo spettatore può solamente immaginare o ipotizzare.

Lo spazio scenico è ampio e la panoramica è a 360 gradi. Filippo Gili e Francesco Frangipane aprono con al centro una tavola apparecchiata - come negli altri lavori della trilogia ospitati sempre al Teatro dell’Orologio di Roma - dove una famiglia vive la quotidianità di una cena e del loro solido legame, fino a quando dal nulla arriva la tragedia o la decisione che cambierà la vita a tutti e il destino di uno di loro.

Un dolore non condivisibile quello di Francesco – interpretato dallo stesso Gili - un peso che porta alla lacerazione e all’annullamento di sé dove, alla prospettiva di una salvezza, si sostituisce la scelta irrevocabile di non volere arrendersi a digerire il presente, la vita. Una fuga senza ritorno a creare una sola pace ma a destabilizzarne altre. Forte l’amore incondizionato, ma non determinante per la salvezza. Un vis à vis tra tutti i personaggi (Silvia Benvenuto, Ermanno De Biagi, Michela Martini, Aurora Perese e Filippo Gili) che, nell’arco di una sola notte, mettono a nudo paure, sentimenti e frustrazioni. Buio, silenzio e battiti accompagnano lo spettatore che rimane inchiodato al proprio posto e ai propri sussulti, dall'inizio alla fine.

 

Marianna Zito

Foto di Manuela Giusto