Il letto volante - Frida Kahlo, 1932
Non posso languire come bestia ferita. Non posso evocarti o urlare. Posso strapparmi la pelle e farne terra.
Raccogliere il mio sangue e immergermi dentro fino ad annegare e ingoiarlo e ancora riattaccarmi pelle - come a lavorare creta - per sentirmi diversa e riconoscermi, nei riflessi, la stessa.
Posso spezzare le mie ossa e lanciarle - lontano - ai cani. Posso lanciarle ad avvicinarti - distanza diminuita dall'essere te. Ossa putride e azzannate, a puzzare di vecchio.
Ricordi. Memoria.
Ho le gambe doloranti, piegate davanti alla bocca del tuo cuore. Sono fatta di sangue e fango.
E non mi riconosco.
Volevo essere bella e sono arrivata sporca, strisciando tra i rovi delle tue budella, dei tuoi cancri e della tua putrefazione.
Non ho nemmeno più vestiti. Solo brandelli di carne morta.