Il 22 e il 23 dicembre il Teatro Quirino di Roma - dopo 10 anni - ci riconduce nella fiaba de Lo Schiaccianoci con il Balletto di Roma. La drammaturgia moderna e noir di Riccardo Reim rivisita l’opera tradizionale con le musiche di Pëtr Il’ič Cajkovskij e con la partecipazione straordinaria di Andrè De La Roche nel ruolo di Schiaccianoci/Fata Confetto.
I costumi sono fastosi e ricchi di colori nei momenti di gioia e nella rappresentazione di danze nel mondo, mentre si affidano al bianco e al nero per le parti più drammatiche: dipingono, in questo modo, le coreografie - di Mario Piazza - che coinvolgono non solo nei movimenti ma anche attraverso le espressioni, i sospiri i suoni dei ballerini. Lo sfondo scenografico - di Giuseppina Maurizi - è ricco di specchi e di elementi barocchi, ma non mancano elementi tipici dell’infanzia e le luci che sfavillano su tutto il palcoscenico. Una fiaba che quasi perde la tradizionale atmosfera natalizia portandoci, invece, nei meandri oscuri dell’animo postmoderno e molto più legata al racconto originale di Hoffmann, Schiaccianoci e il Re dei topi del 1815.
La piccola e maliziosa Clara è prigioniera dei suoi incubi - in questo caso racchiusi in uno Schiaccianoci - che la accompagnano nel passaggio, attraverso uno specchio, dall’infanzia verso una nuova vita. Al suo fianco c’è il fratello Fritz che la protegge morbosamente attirandola a sè con dolci infantili e abbracci passionali, oltre il loro legame di sangue. Insieme osservano in modo distaccato - su molteplicità schermi televisivi - la futilità della vita e la propria solitudine.
Marianna Zito