La strada
delle ginocchia sbucciate,
dei brandelli di carne
e sangue sull’asfalto.
Era estate
e tu partivi.
Ho camminato dritta,
- la strada
senza voltarmi.
Era caldo, addosso, il sangue
e lo ingoiavo
come acqua e vetro.
Schegge a squartarmi
e il cuore
e la pelle
e gli occhi.
Cadono come acqua
- le parole,
pelle bagnata assorbe
scivolandole in sangue.
Il faro si è spento
e camminiamo nel buio
- ciechi.
La bocca serrata
disintegra le foglie
rinsecchite dall’assenza.
Ci piovono dentro
pezzi di sale
e la tua memoria
gocciola ancora sangue.
I piatti sono sporchi
nella penombra
- ricordi
Il letto sfatto
è ancora caldo
- assenza
Il tempo immobile
e tu
appeso agli angoli
dell’incoscienza.
Sono qui da troppo tempo, oramai.
Quando alzerai gli occhi
- a cercarmi
sarò già arrivata al mare.