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Kamikaze Number Five fino al 20 DICEMBRE al Teatro dell’Orologio di Roma

11.12.2015 17:43

PHOEBE ZEITGEIST - in coproduzione con Progetto Goldstein e in collaborazione con il Teatro dell'Orologio - presenta Kamikaze Number Five del palermitano Giuseppe Massa, con la regia di Giuseppe Isgrò e la lacerante interpretazione di Woody Neri.

Woody Neri è lì sul palcoscenico - nudo - con una forza e un'energia esplosiva così come lo spettacolo che andrà ad interpretare. Lo troviamo subito circondato da pochi oggetti tra i quali la corda su cui sta saltellando, nell'attesa che gli spettatori si compongano e, alle sue spalle, si intravede un ampio telo cucito con vari simboli calcistici e non solo. È crudo _Neri_, psicologicamente forte e a tratti intriso di una ironia tagliente, a sanguinare.


 


"5 esplosioni, 5 terremoti, 5 lame si conficcheranno nelle gole dei maiali. Io sono l'ultimo. Il numero 5. Il definitivo."

In un periodo storico - il nostro - in cui il tema è sensibile, ci troviamo di fronte alla messa in scena di un percorso fisico e psicologico dell'esistenza e delle ultime ore deliranti di un uomo destinato alla morte. Un percorso verso la fine legato alla volontà di un Dio pronto a decidere quando si nasce e quando si muore. Un nudo monologo introspettivo - in bilico tra i confini della mente - che attraversa i momenti e i luoghi del passato, le memorie di bambino, a incontrare - negli ultimi istanti - le persone care che non esistono più: un padre martoriato dai ricchi maiali appartenenti a un regime totalitario, un fratello, una madre che ricerca la felicità e una piccola bambina, sua figlia. 

La sala si riempie in pochissimo tempo di tutte le sensazioni e dei rumori assordanti e delle voci pronte a creare un tumulto all'interno dell'animo, un rimbombo vuoto e sordo simile all'eco di un'esplosione che ci lascia sfatti e attoniti quasi alla ricerca dei resti, delle macerie e dei cadaveri a pezzi. La totale e misera "nudità" dello spettacolo ci mostra, inoltre, l'impotenza dell'uomo davanti a determinate dinamiche e la si lascia passare in secondo piano, la nudità, sovrastata dall'intensità e dalla fermezza di uno sguardo che viaggia alla continua ricerca del vuoto e del buio. Fino alla quinta esplosione. L'ultima.

Fino al 20 dicembre al Teatro dell'Orologio di Roma.

Marianna Zito