Dal 07 ottobre 2014 al 18 gennaio 2015 l’Accademia di Francia a Roma e il Musée des Beaux-Arts di Parigi danno la possibilità di perdersi, all’interno delle Grandes Galeries di Villa Medici, nei bassifondi del barocco romano, lasciandoci scoprire il lato misero e vizioso della Roma seicentesca. Ambienti celati, luoghi di perdizione già conosciuti dal Caravaggio, in contrapposizione alla ricchezza della nobiltà e al potere della corte pontificia del tempo. Le opere in esposizione, più di cinquanta, appartengono ai più importanti musei europei e a collezioni private e portano la firma di Claude Lorrain, Pierre Brebiette, Leonaert Bramer, Bartolomeo Manfredi, Pieter van Laer, Jan Miel ed altri ancora. Questi artisti maledetti provengono da ogni parte del mondo e si insediano nel centro storico della città (le parrocchie di Sant’Andrea delle Fratte, San Lorenzo in Lucina, San Nicola in Arcione e Santa Maria del Popolo) che in quegli anni era il ritrovo culturale più all’avanguardia d’Europa.
La mostra si articola in sezioni. Il soffio di Bacco è ispirata alla figura del dio del vino e della vendemmia, dell’ispirazione e dell’allegria. L’ubriachezza allontana l’uomo dagli affanni e genera follia, intesa anche come libertà, trasgressione e creatività. I dipinti Bacchici rappresentano i festini orgiastici, in cui è presente anche l’atto dell’urinare e ovviamente non mancano vino e uva accompagnati dai vari strumenti musicali. Segue Bacco, Tabacco e Venere con Pieter van Laer, il maestro dei bamboccianti (artisti olandesi, fiamminghi, francesi), soprannominato egli stesso Bamboccio. Dipingevano contrapponendosi alla pittura ufficiale barocca e rappresentando vivaci scene di vita quotidiana popolare con effetti di luce e colore. Continuando il percorso arriviamo a La taverna dissoluta dove la taverna è il simbolo dei vizi dei quartieri bassi legati al gioco, al fumo, all’alcol e alla prostituzione. Divertimenti e inganni e Il rituale dell’insulto ci illustrano come durante il Carnevale nelle piazze tutto è ammesso. Prende piede, ad esempio, il personaggio della zingara che attraverso scene volgari ci presenta la raffigurazione del “gesto provocatorio della fica”. Non mancano gli episodi di Disordini e violenze conseguenze di vite violente e dissolute. I soggetti raffigurati sono i più umili, quelli che vivono situazioni di miseria e terrore ritratti nei paesaggi urbani e nelle vedute di campagna. Continuando tra le mura e le scale della gallerie arriviamo a I ritratti dei margini che rappresentano il momento in cui Roma, agli inizi del XVII secolo, attira artisti, amatori, zingari e briganti. Questo è il momento in cui le personalità emarginate diventano gli eroi del teatro popolare e del romanzo picaresco. La raffigurazione di un mendicante con un cetra, per esempio, acquisisce la connotazione del filosofo cencioso, simbolo di una dignitosa povertà.
Il luogo di questi piaceri illusori è la Taverna melanconica dove tutti i cortigiani, gli amanti , i musici sono protagonisti di una festa che sta per finire e dove l’unico rimedio contro la disperazione è la musica. All’esterno i quartieri popolari di una Roma insolentita brulicano delle suddette atmosfere violente e carnevalesche.
La mostra avrà seguito da febbraio a maggio al Musée dex Beaux-Arts di Parigi, dove sarà possibile ammirare anche Il Bacchino Malato di Caravaggio, custodito nella Galleria Borghese.
Rassegna curata da Francesca Cappelletti e Annick Lemoine
Accademia di Francia a Roma
Villa Medici
Viale Trinità dei Monti, 1
Orario: da martedì a domenica 11.00 – 19.00
06/67611 – www.villamedici.it
da Mozzafiato https://www.mozzafiato.info/2014/10/i-bassifondi-del-barocco-la-roma-del-vizio-e-della-miseria/ 27 ottobre 2014