Acqua. Una parola dai mille significati e dalle mille sfaccettature. Una parola correlata ad altre, attraverso le quali assume le accezioni più svariate.
Acqua. Una parola dai mille significati e dalle mille sfaccettature.
Una parola correlata ad altre, attraverso le quali assume le accezioni più svariate in grado di condurci in molteplici contesti, periodi e campi della vita umana in cui essa si insinua incessantemente e spesso irrimediabilmente. Simboleggia i due antipodi per eccellenza che, paradossalmente, sono molto legati tra loro: la Vita e la Morte.
È vita. Infatti è proprio l'acqua il principio di molte cosmogonie antiche. Nel 600 a. C. il filosofo monista Talete di Mileto pone l'acqua come un'entità unica, primordiale ed eterna, l'arché di tutte le cose esistenti, un mare su cui galleggia la terra come un'isola, sormontata da un cielo di acqua che ritorna sulla terra sottoforma di pioggia. È acqua, inoltre, il liquido amniotico in cui appare e si sviluppa l'embrione che poi diventerà un bambino.
È morte. Infatti, la più grande distruzione di cui si ha memoria avviene per acqua, il Diluvio Universale, una punizione divina ricorrente in molte culture, le più famose sono quella biblica dell'Arca di Noè, il mito babilonese di Gilgamesh e quello greco di Deucalione e Pirra.
È una transizione, un passaggio tra la vita e la morte, un confine, sia nella mitologia greca sia in Dante, attraverso l'Acheronte, il fiume che trasporta le anime dalla vita terrena agli inferi. È, al contempo, principio, divenire e fine, ma tutto ciò che vive tornerà ad essere dopo la morte, parliamo quindi di un divenire ciclico: la vita si unisce alla morte per dare di nuovo inizio alla vita, distrugge per poi portare ad una rinascita.
Acqua che ha fatto sera che adesso si ritira
Bassa sfila tra la gente come un innocente
Che non c'entra niente Fredda come un dolore
Dolcenera senza cuore...
Fabrizio De Andrè - ANIME SALVE - 1996
In Omero, nell'Odissea, l'elemento dell'acqua è significativo per tutto il viaggio di Ulisse verso Itaca e assume sia un'accezione positiva, come simbolo di speranza e salvezza per il ritorno verso casa, sia negativa, legata ai rischi del mare personificati dalle sirene e dal loro canto, dai mostri marini e dall'irascibile Poseidone.
Come nell'epopea di Ulisse, anche in The Waste Land di T. S. Eliot, un capolavoro della letteratura modernista, l'acqua è simbolo di purezza e la morte per acqua è l'epilogo della tragedia del marinaio fenicio Phlebas:
IV. La morte per acqua Fleba il Fenicio, morto da quindici giorni,
Dimenticò il grido dei gabbiani, e le onde del profondo mare,
E il profitto e la perdita. Una corrente sottomarina
Gli spolpò le ossa in sussurri.
Come affiorava e affondava Attraversò gli stadi della maturità e della giovinezza
Entrando nel vortice.
Gentile o Giudeo
O tu che giri la ruota e guardi sopravvento,
Pensa a Phlebas che un tempo fu bello, e alto come te. (The Waste Land - T. S. Eliot)
Anche in alcuni miti dell'antica Grecia l'acqua assume un ruolo determinante, la troviamo ancora nelle parole di Omero attraverso la storia di Oceano e Teti, due divinità acquatiche primordiali, da cui discendono tutti gli dei e tutte le componenti del mondo. Oceano aveva una grande potenza generatrice e nelle sue acque si bagnavano le fanciulle greche prima delle nozze. L'acqua, in Grecia, era strettamente legata al matrimonio, il sostantivo nunmphé, ninfa, indicava sia la giovane sposa che le divinità delle sorgenti e delle fontane.
L'acqua quindi è sorgente di vita, madre e donna dal passato al presente. Non a caso dalle acque, dalla spuma del mare, nasce la dea della bellezzaAfrodite.
E' purificazione, alla fine di grandi tragedie o pestilenze sotto forma di pioggia, come ne I Promessi Sposi. Rigeneratrice e purificatrice di amanti, neLa pioggia nel pineto di Gabriele D'Annunzio.
È, al contrario, morte per Narciso che vi annega alla ricerca dell'amato se stesso, medesimo tema che ritroviamo in tanti altri passi della letteratura, nonché in opere di illustre importanza come quelle del Bardo; infatti comeNarciso, cullata dalle acque di un fiume, muore la giovane Ophelia in Hamlet.
Morte nella realtà di scrittori e artisti; nel 1941 è il fiume Ouse a vedere la fine della scrittrice britannica Virginia Woolf, mentre il Wolf River, un affluente del Mississipi, sarà nel 1997 la tomba del giovane cantante Jeff Buckley. Infine, l'acqua è mare, una distesa infinita, azzurra, simbolo di grandezza, profondità sia reale sia emotiva. Un sunto esemplificativo ne è il romanzo Oceano Mare di Baricco dove il mare assume un ruolo magico e terrificante. Cura attraverso la sua magia e uccide attraverso un naufragio che porterà morte e desolazione.
... quanto sarebbe bello se, per ogni mare che ci aspetta, ci fosse un fiume, per noi. E qualcuno - un padre, un amore, qualcuno - capace di prenderci per mano e di trovare quel fiume - immaginarlo, inventarlo - e sulla sua corrente posarci, con la leggerezza di una sola parola, addio. Questo, davvero, sarebbe meraviglioso. Sarebbe dolce, la vita, qualunque vita. E le cose non farebbero male, ma si avvicinerebbero portate dalla corrente, si potrebbe prima sfiorarle e poi toccarle e solo alla fine farsi toccare. Farsi ferire, anche. Morirne. Non importa. Ma tutto sarebbe, finalmente, umano. Basterebbe la fantasia di qualcuno - un padre, un amore, qualcuno. Lui saprebbe inventarla, una strada, qui, in mezzo a questo silenzio, in questa terra che non vuole parlare. Strada clemente, e bella: Una strada da qui al mare.
- Oceano Mare - Alessandro Baricco
Marianna Zito
da https://www.agricolturamoderna.it/articolo/come-acqua del 25 maggio 2011
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