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Lucia Lavia è MADAME BOVARY al Piccolo Eliseo di Roma

25.02.2016 22:08

 

L'universo, per lui, finiva all'orlo di seta della sua sottana. 

- Gustave Flaubert -

 

Se pensate che la Emma di Flaubert non possa essere rappresentata a teatro con la stessa angoscia e la stessa frustrazione che fuoriescono dalle pagine del romanzo vi sbagliate. Perché Lucia Lavia ci riesce fin troppo bene. I suoi monologhi e le sue preghiere agghiaccianti diventano i pilastri di uno spettacolo lungo e accattivante, pieno di sentimentalismi e passioni roventi, proprio come il romanzo dello scrittore francese. L’isteria che colpisce una donna insoddisfatta, annoiata e triste viene urlata dalla protagonista che travolge il pubblico con tutta la sua forza e le sue espressioni così determinate da disegnarsela in faccia, quella rabbia. 

Comincia tutto su un palcoscenico con alcune sedie e a terra, al centro, un vestito bianco. Ma le scene si svilupperanno anche su di una struttura verticale per espandersi poi verso la platea.                                                                                                    Andrea Baracco costruisce così il suo spettacolo, quasi fosse ogni cosa il pezzo di una scatola ad ingranaggi. Ritroviamo, quindi, davanti ai nostri occhi personaggi armoniosi e situati sempre nel posto giusto e al momento giusto, come a creare una sorta di equilibrio.

Charles è esattamente lo Charles che ricordiamo. Lino Musella veste i panni del giovane e umile medico, inebetito d’amore dalla testa ai piedi, un finto ingenuo che si lascia scorrere la vita addosso, senza rancore. Rilevanti le performance di Lheureux - Elisa di Eusanio - e di Hyppolite - Laurence Mazzoni. E poi c’è lei, Berth. La figlia di Emma e Charles, la creatura che non può fare nient’altro che subire gli umori e i dissapori e trovare riparo solo tra le braccia dell’amato padre. I suoi movimenti solo lenti, di bambola. Sarà forse una bambola? No, sembra di più un burattino…qualcuno - Roberta Zanardo - guida i suoi piccoli movimenti innocui e innocenti.

La riscrittura - con sfumature ironiche - di Letizia Russo segue il testo originale e ci narra i desideri repressi della donna che cerca conforto negli amori frivoli e bugiardi di individui sconosciuti e la voglia di ricchezza e agiatezza che allontanano Emma dalla felicità familiare, logorandola fino alla morte. Al Teatro Piccolo Eliseo di Roma fino al 6 marzo. Assolutamente da vedere.

Marianna Zito