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L’eternità dolcissima di Renato Cane, fino al 6 novembre al Brancaccino di Roma

05.11.2016 10:09

Marco Vergani è solo sul palcoscenico. Da subito ci troviamo di fronte una persona insicura, quasi in difficoltà e ne restiamo dubbiosi e perplessi.                               Quest’uomo così fragile si chiama Renato Cane

Dall’analisi quotidiana di una vita all’insegna della routine e della normalità - realizzata grazie a un lavoro, una moglie e un figlio - la regia di Vinicio Marchioni su un testo di Valentina Diana - sviluppa una riflessione profonda su un tema che in un modo o in un altro riguarda tutti, la morte. In questo caso si parla di morte consapevole. Quale diventa la nostra reazione dinnanzi a essa? Può essere un bisogno, un obiettivo da cui si può trarre un profitto? Cosa potremmo fare per far sì che diventi anch'essa oggetto di desiderio?

Ed ecco che un Renato Cane nella sua solitudine, tra ironia e rassegnazione, ci racconta come prepara se stesso a morire e come è possibile trovare conforto sui treni, tra sconosciuti e grazie a pitture schiacciate mentre, piano piano, si crea un distacco dalla realtà che inevitabilmente riscopriamo manipolata dai soldi e dal benessere materiale.

Il ticchettio del tempo che passa e le luci basse creano uno scorrere lento e faticoso del dramma che ha le sue riprese esilaranti nel momento in cui ricomincia la musica, dandoci la possibilità di assistere a un Vergani esemplare che da Cane si trasforma in medico e poi in nano (sorridendo pensiamo all’Igor di Mel Brooks) e che riesce a tenere la scena e l’attenzione del pubblico per più di un’ora.

L’eternità dolcissima di Renato Cane - una produzione Khora Teatro, in scena al Brancaccino di Roma fino al 6 novembre - è il secondo appuntamento (dopo LA VOCE UMANA di Marco Carniti https://modulazioni-temporali.webnode.it/news/la-voce-umana-di-marco-carniti-al-teatro-brancaccino/) con Spazio del Racconto, la seconda edizione della rassegna teatrale del Brancaccino - che vede come coordinatore artistico Emanuela Rea - e che sofferma il proprio sguardo sulla drammaturgia contemporanea. Attraverso una serie di spettacoli e incontri ci si pone qui l'obiettivo di comprendere e analizzare insieme le fragilità e le nevrosi del nostro tempo.

Marianna Zito